“Officine Baronali” è il modernissimo nome legato ad un’incantevole costruzione settecentesca: ” Villa Corvaia” (già Villa Scovazzo).
Sorta nella ” Piana dei Colli”, era la residenza estiva della famiglia Scovazzo.
Fedele al disegno dei tempi fu costruita su due elevazioni, di cui il piano terra per la servitù ed il piano elevato per i proprietari; un’unica scala esterna,
di forma semicircolare per permettere l’ingresso da entrambi i lati.
L’ampio cortile era delimitato da corpi bassi adibiti a stalla, frantoio, deposito, nonché a rimessa con animali e ferri per finimenti .
Lo stemma, imponente e ben definito, svetta ancora sotto la falda del tetto al centro del prospetto.
La famiglia Scovazzo aveva sia la sede, che numerosi e vasti feudi ad Aidone,
un piccolo centro oggi in provincia di Enna che sino al periodo fascista si chiamava “Castrogiovanni”.
Agli inizi dell’800 il capo della famiglia era il giovane Barone Giovanni Scovazzo, coltissimo giureconsulto noto per il suo spirito liberale ed illuminato.
Fu nei primi del ‘900 che Francesco Minolfi Scovazzo si trovò costretto a vendere la Villa a causa di debiti contratti al gioco;
il nuovo proprietario divenne un tale ” Rosato”.
Oggi, la Via che costeggia la Villa porta ancora il suo nome.
Nel 1974, la famiglia Corvaia la acquistò dai Rosato, cambiando ancora un’ultima volta la sua meravigliosa identità.